Se non sai come evitare gli INFORTUNI, non taglierai mai il TRAGUARDO!
Se sei un runner sai benissimo che la corsa, per sua natura, è uno sport traumatico, per via delle continue sollecitazioni a caviglie, ginocchia, anche; se poi aggiungi lo stress muscolare dovuto ad allenamenti sempre più intensi, allora ti rendi conto che è davvero un'impresa ardua evitare gli infortuni.
Per fortuna però, c'è un modo per salvarsi dagli infortuni, ma forse, come Francesco, anche tu non lo sai..
Francesco è un runner non professionista, gli piace correre, ma non è mai stato un super sportivo, per lui la corsa rappresenta una valvola di sfogo per scaricare lo stress quotidiano, è la sua idea di libertà e poi, gli piace mettersi alla prova.. Non può rinunciarci!
Così, armato di tutte le migliori intenzioni decide di porsi un nuovo e ambizioso obiettivo: correre la sua prima mezza maratona.
All'inizio deve rompere il fiato, lavorare sulla combinazione del passo/respirazione, trovare il suo ritmo e sentire i limiti del suo corpo, imparare a conoscerli per spingersi sempre più avanti.
Non è facile, ci sono giorni in cui si chiede se davvero ne valga la pena, ma poi pensa all'emozione di indossare quel pettorale, il suo primo pettorale della mezza maratona che sogna da anni.. E i dubbi lasciano spazio alla speranza e alla determinazione.
Continua a correre, vede che i tempi migliorano, i km aumentano, il ritmo è quello giusto, l'obiettivo è sempre più vicino.. Francesco inizia a pensare di potercela fare davvero!
La gara si sta avvicinando e lui inizia a sentir salire l'adrenalina, ma anche un leggero dolore al piede destro, proprio sotto, verso il tallone; Francesco non si preoccupa, a breve diminuirà l'intensità degli allenamenti e il dolore cesserà.
I giorni passano, la gara è imminente, Francesco sta facendo gli allenamenti di scarico e il morale è alto, ma nonostante abbia iniziato a diminuire l'intensità delle sessioni, quel dolore persiste e si è fatto più acuto.
Manca una settimana alla gara, Francesco si sveglia carico di buoni propositi, mette i piedi a terra e… Il suo piede destro non ne vuol sapere, il tallone fa malissimo, solo appoggiarlo gli crea un dolore lancinante, gli sembra impossibile camminare, figuriamoci correre.. Spera in un miracolo, ma..
Il Dottore conferma i suoi timori, tallonite e fascite plantare, mesi di stop forzato, gara saltata, FINE dei giochi, GAME OVER.
Tutti i suoi sforzi per arrivare fin lì, le alzatacce in estate per correre nelle ore meno calde, il freddo gelido dell'inverno che ti ghiaccia il fiato, i salti mortali per riuscire ad incastrare gli allenamenti con il lavoro e la famiglia, la tenacia di non mollare mai anche quando i km stentavano ad aumentare e la stanchezza a farsi sentire..
Il sudore dei sacrifici e i risultati raggiunti, tutto buttato nel cestino da un maledetto infortunio.
Sì, perché non si tratta solo di una gara, quando sarà guarito e ricomincerà a correre, Francesco dovrà ripartire dal km 0 (o quasi), perché nella corsa non si possono “salvare” i risultati raggiunti, stopparli e poi riprendere da dove eravamo rimasti, no, bisogna ripartire da capo.
Se Francesco avesse saputo che tenere la muscolatura dei polpacci costantemente contratta, tesa, e in continua attività avrebbe potuto provocargli la tallonite/fascite plantare, si sarebbe rivolto a me per non arrivare fisicamente a quel punto..
Ma Francesco non ha mai fatto sport ad alti livelli e nessuno gli ha mai detto che è fondamentale sottoporsi a sedute di massaggio specifiche per mantenere in forma la muscolatura ed evitare gli infortuni.
INFATTI:
Per correre, i muscoli devono contrarsi continuamente e ripetutamente, quindi più le fibre muscolari sono accorciate, più la corsa acquisisce velocità e durata, ma,
fra un allenamento e l'altro egli dovrà riportare la muscolatura al suo stadio fisiologico, liberarla da eventuali contratture, eliminare e drenare le sostanze di scarto prodotte dai muscoli, altrimenti ecco cosa succederà:
i muscoli diventeranno rigidi, compressi con comparsa di dolori e contratture
diminuirà il range di movimento delle articolazioni che accorcerà il passo della corsa
diminuirà la circolazione sanguigna, quindi si accumuleranno tutte le sostanze di scarto prodotte con l'attività
i tessuti si infiammeranno e compariranno stanchezza ed eccessivo affaticamento
le contratture non sciolte potranno diventare strappi, stiramenti o tradursi in altri infortuni come
fascite plantare, tallonite, tendiniti, sindrome della bandelletta ileotibiale, sindrome da stress tibiale, lombosciatalgie, ecc..
COSA FARE?
Se Francesco si fosse rivolto a me, avrei studiato un piano di recupero muscolare personalizzato, basato esclusivamente su di lui, sui suoi allenamenti, sulla sua fisicità, sui suoi ritmi di vita, ecc..
Così facendo Francesco avrebbe ottenuto:
muscoli sani, scattanti, rigenerati
articolazioni libere, che gli avrebbero consentito anche di allungare il passo
miglior drenaggio dei cataboliti, le sostanze di scarto prodotte durante l'allenamento, per
diminuire i tempi di recupero fra un allenamento e l'altro,
prestazioni migliori e con minor senso di fatica
ripresa della naturale circolazione sanguigna e scomparsa dell'infiammazione
eliminazioni di eventuali piccole contratture create in allenamento per evitare gli infortuni più comuni
maggiore flessibilità e forza muscolare
migliore postura e quindi migliore ossigenazione dei tessuti
Tutto questo è essenziale tanto quanto l'allenamento stesso, perché non basta la scarpa giusta e un peso corretto per stare bene e vincere le maratone.
Francesco è un vero runner, una volta guarito ricomincerà da capo, ma questa volta sapendo come fare per raggiungere, davvero, il traguardo!
Per fortuna però, c'è un modo per salvarsi dagli infortuni, ma forse, come Francesco, anche tu non lo sai..
Francesco è un runner non professionista, gli piace correre, ma non è mai stato un super sportivo, per lui la corsa rappresenta una valvola di sfogo per scaricare lo stress quotidiano, è la sua idea di libertà e poi, gli piace mettersi alla prova.. Non può rinunciarci!
Così, armato di tutte le migliori intenzioni decide di porsi un nuovo e ambizioso obiettivo: correre la sua prima mezza maratona.
All'inizio deve rompere il fiato, lavorare sulla combinazione del passo/respirazione, trovare il suo ritmo e sentire i limiti del suo corpo, imparare a conoscerli per spingersi sempre più avanti.
Non è facile, ci sono giorni in cui si chiede se davvero ne valga la pena, ma poi pensa all'emozione di indossare quel pettorale, il suo primo pettorale della mezza maratona che sogna da anni.. E i dubbi lasciano spazio alla speranza e alla determinazione.
Continua a correre, vede che i tempi migliorano, i km aumentano, il ritmo è quello giusto, l'obiettivo è sempre più vicino.. Francesco inizia a pensare di potercela fare davvero!
La gara si sta avvicinando e lui inizia a sentir salire l'adrenalina, ma anche un leggero dolore al piede destro, proprio sotto, verso il tallone; Francesco non si preoccupa, a breve diminuirà l'intensità degli allenamenti e il dolore cesserà.
I giorni passano, la gara è imminente, Francesco sta facendo gli allenamenti di scarico e il morale è alto, ma nonostante abbia iniziato a diminuire l'intensità delle sessioni, quel dolore persiste e si è fatto più acuto.
Manca una settimana alla gara, Francesco si sveglia carico di buoni propositi, mette i piedi a terra e… Il suo piede destro non ne vuol sapere, il tallone fa malissimo, solo appoggiarlo gli crea un dolore lancinante, gli sembra impossibile camminare, figuriamoci correre.. Spera in un miracolo, ma..
Il Dottore conferma i suoi timori, tallonite e fascite plantare, mesi di stop forzato, gara saltata, FINE dei giochi, GAME OVER.
Tutti i suoi sforzi per arrivare fin lì, le alzatacce in estate per correre nelle ore meno calde, il freddo gelido dell'inverno che ti ghiaccia il fiato, i salti mortali per riuscire ad incastrare gli allenamenti con il lavoro e la famiglia, la tenacia di non mollare mai anche quando i km stentavano ad aumentare e la stanchezza a farsi sentire..
Il sudore dei sacrifici e i risultati raggiunti, tutto buttato nel cestino da un maledetto infortunio.
Sì, perché non si tratta solo di una gara, quando sarà guarito e ricomincerà a correre, Francesco dovrà ripartire dal km 0 (o quasi), perché nella corsa non si possono “salvare” i risultati raggiunti, stopparli e poi riprendere da dove eravamo rimasti, no, bisogna ripartire da capo.
Se Francesco avesse saputo che tenere la muscolatura dei polpacci costantemente contratta, tesa, e in continua attività avrebbe potuto provocargli la tallonite/fascite plantare, si sarebbe rivolto a me per non arrivare fisicamente a quel punto..
Ma Francesco non ha mai fatto sport ad alti livelli e nessuno gli ha mai detto che è fondamentale sottoporsi a sedute di massaggio specifiche per mantenere in forma la muscolatura ed evitare gli infortuni.
INFATTI:
Per correre, i muscoli devono contrarsi continuamente e ripetutamente, quindi più le fibre muscolari sono accorciate, più la corsa acquisisce velocità e durata, ma,
fra un allenamento e l'altro egli dovrà riportare la muscolatura al suo stadio fisiologico, liberarla da eventuali contratture, eliminare e drenare le sostanze di scarto prodotte dai muscoli, altrimenti ecco cosa succederà:
i muscoli diventeranno rigidi, compressi con comparsa di dolori e contratture
diminuirà il range di movimento delle articolazioni che accorcerà il passo della corsa
diminuirà la circolazione sanguigna, quindi si accumuleranno tutte le sostanze di scarto prodotte con l'attività
i tessuti si infiammeranno e compariranno stanchezza ed eccessivo affaticamento
le contratture non sciolte potranno diventare strappi, stiramenti o tradursi in altri infortuni come
fascite plantare, tallonite, tendiniti, sindrome della bandelletta ileotibiale, sindrome da stress tibiale, lombosciatalgie, ecc..
COSA FARE?
Se Francesco si fosse rivolto a me, avrei studiato un piano di recupero muscolare personalizzato, basato esclusivamente su di lui, sui suoi allenamenti, sulla sua fisicità, sui suoi ritmi di vita, ecc..
Così facendo Francesco avrebbe ottenuto:
muscoli sani, scattanti, rigenerati
articolazioni libere, che gli avrebbero consentito anche di allungare il passo
miglior drenaggio dei cataboliti, le sostanze di scarto prodotte durante l'allenamento, per
diminuire i tempi di recupero fra un allenamento e l'altro,
prestazioni migliori e con minor senso di fatica
ripresa della naturale circolazione sanguigna e scomparsa dell'infiammazione
eliminazioni di eventuali piccole contratture create in allenamento per evitare gli infortuni più comuni
maggiore flessibilità e forza muscolare
migliore postura e quindi migliore ossigenazione dei tessuti
Tutto questo è essenziale tanto quanto l'allenamento stesso, perché non basta la scarpa giusta e un peso corretto per stare bene e vincere le maratone.
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